2018-05-21 · poesie del Concorso Premio Isabella Morra 2018

Monza, 2018-05-21
Ricevuto da prof. Fina Quattrocchi, si pubblica.
Oggetto : poesie del Concorso Premio Isabella Morra 2018 (Casa Circondariale)
Al Dirigente e ai docenti CPIA

Con piacere invio le poesie del Concorso Premio Isabella Morra 2018 che fanno parte di un progetto che curo da molti anni presso la Casa Circondariale di Monza.
Ringrazio il Dirigente Prof Meneghini per darmi l’ opportunità di mettermi in gioco in un progetto che negli anni è diventato storico per il nostro Cpia e per una popolazione detenuta che, attraverso la scuola, ha la possibilità di dare voce alla propria parte creativa ed emozionale.
Un grazie alle colleghi e ai colleghi del carcere che mi ascoltano con pazienza quando leggo loro qualcosa che arriva da quelle celle, che ritengo quasi sempre “piccolo capolavoro”.
In fondo educare passa anche attraverso le note, talvolta dolorose, di una poesia…
Infine grazie ad Antonetta Carrabs, Presidente della casa della poesia di Monza, che le consegna ad una giuria esterna per la premiazione.
Buona lettura a tutti/e
Fina Quattrocchi
docente del carcere e responsabile del progetto poesia
Poesie per il Concorso Isabella Morra
anno 2017-18
Concorso 2017-18
Titolo
Poeta
1. I soliti discorsi
2. Il peso esatto
3. D.
4. Un’ora di colloquio
5. Io e te
6. Figli miei
7. Ritorno alla quotidianità
8. La fine
9. Il senso della vita
10. Verso la libertà
11. Ni
12. La cura
13. Le cose più belle
14. La tua bellezza
15. Il frammento di croce
16. La settima vita
17.Inevitabile
18. Che verrà
19. Roberto
20. Se vuoi sono qui
21- Se potessi rubare
22- Dove sono cresciuto
23- Il carcerato
24- Amore
25- Egoismo
26- Addio per Dio
27- Buongiorno Signor Babbo Natale
28- Dietro le sbarre
29- La mossa del cavallo
1- I soliti discorsi
Lo spazio tra me e te
Scavi di luce
Accanto
Al solito corpo a corpo
Di ricordi dolenti
Sotto i miei passi
La terra scrocchia pettegola
All’ombra
Nascondo
Una magra parola
Il gesto
Rimane una chiave senza denti
2- Il peso esatto
Poi si finisce qui
Attorno ad un tavolaccio di legno
Che ricorda quelli appiccicosi e unti
Delle birrerie degli anni ’80
Intorno gruppi di persone divise
In sottoinsiemi
Alcuni colori
Un violetto acceso che può darsi attivi
Qualche nascosto recettore di piacere.
Una panna avvolgente sulle pareti
Che culla come un gelato alla vaniglia i sensi
Poi si finisce qui
Un tavolo sei gambe
Moltipliche per due
O per tre altri organi
Un uomo e due donne
Una madre
Un figlio
E un amore
Molto ci ricordiamo
Del cortile assolato del dopo scuola
Ridi e ti ricordi com’ero
Magro esile fragile
Ora sono un maschio
E tu, ti ricordavo più bassa
Indossi un vestito a righine bianche
E blu e dio hai la stessa luce
Sulla pelle e quel tono di voce
Impertinente e incalzante
Si ora mi ricordo perché ti avevo
lasciata quel pomeriggio senza salutare
mentre eri dalla mia vicina di casa
ed io infilavo le stradine
che tagliavo i boschi
di Sirtori in Vespa
mi infastidivi
volevo vincere una gara
di vanità, tu mi annoiavi .
Poi siamo finiti qui
Ti chiedo se hai dei figli
Mi porti i saluti del tuo compagno
Mi sgridi con tenerezza sui fallimenti
Del mio matrimonio
E scherzi sai che di alcune cose
Sono ancora geloso
E ancora te ne ricordi.
Mia madre ci guarda
Le stringo una mano
Mi dice non preoccuparti
Lo so poi tutto finisce
La guardia chiama
Il colloquio è terminato
Ci alziamo
Mi stringi forte come un granchio
Ti bacio sulla guancia
Il tuo corpo da giusti limiti
Ti alzo la testa
E col pollice ti asciugo l’angolo
Dell’occhio destro
Ora ho capito
Mentre vi saluto
Ora conosco il peso esatto di una lacrima
3- D.
Per me sei l’inizio e la fine
Di un profumo. Ricordi?
Aldilà di quello che sono ora
O che sei tu.
Vorrei avere il dono di possedere
Il tempo, così potrei fermarlo.
Immagina
L’aria che muta in un silenzio
Colmo di tepore
Potrei guardarti senza fretta
Finalmente ascoltare
Il ritmo del mio respiro
Avere un sorriso timido di quelli
Piccoli e brevi che spezzano gli imbarazzi
Riuscire a sussurrarti qualcosa all’orecchio
Quello che desideri tu
Magari rischierei un bacio
Piccolo, caldo e con un pizzico
Di malizia
Questo se lo desideri anche tu
In quel momento non avrei bisogno di parole
Mi basterebbe incrociare il tuo sguardo
E capire se le tue iridi cambiano forma
A quel punto sperare di farti chiudere gli occhi
Forse.
Ciao D.
4- Un’ora di colloquio
Sento lo spicher che chiama il mio nome
Sono venuti!
E’ una settimana che aspetto come tutti i detenuti
Non tutti aspettano
Alcuni hanno l’aria disperata
La mia fortuna che io ho ancora qualcuno
che mi aspetta
che nonostante tutto ancora mi accetta.
Comincia l’ora rivedo i familiari
e gli amici
Quelli con cui ho passato tanto tempo
da mettere le radici
Si trasformano in sorrisi felici
Tu invece sei preoccupato
e ansioso per ciò che accade
ma per non farli soffrire nemmeno lo dici.
Il pensiero più frequente è per la mia bambolina
che mi aspetta ogni giorno.
Per fortuna che c’è anche la nonnina
Un’ora vola
non me ne accorgo nemmeno
Si passa il tempo a parlare del più o del meno.
La domanda è sempre la stessa: potevi farne a meno?
Ma dai miei affetti e dai miei cari non posso fare a meno.
5- Io e te
Io e te, splendida la prima volta che l’ho detto
Io e te meravigliosa la prima volta che l’ho detto
Io e te è la parte migliore di noi
Io e te è la speranza la luce la felicità
Io e te è il mio cuore che batte per te
Io e te è il sogno che è dentro di me
Io e te è il mio desiderio il mio battito del tempo
Io e te è tutto quello che voglio per me e per te
Hai rubato il mio cuore proteggilo custodiscilo difendilo
Come io e te
Io e te sinfonia d’amore
Tutta la vita io e te
Ti adoro come una dea
Tu sei la mia dea
Tu fai parte di me
La vita della mia vita
Il tuo respiro è dentro di me
Io e te è dentro di me
Come un fiore in piena
Porta con sé la propria forza
Tu porti a me la tua forza
Io e te per sempre
Perché un giorno senza io e te
non è degno di essere vissuto
mia adorata.
Regalami io e te fino alla fine
Noi siamo io e te
6- Figli miei
La malinconia stanotte mi abbraccia
Una lacrima attraversa la mia faccia
Il pensiero lontano dei miei figli
Lo dedico a loro in questi due fogli
Il ricordo offuscato dei loro pianti
Il loro profumo da neonati
Sembra oggi mai più tornato.
Arriverà il tempo di riabbracciarli
E sarà mio dovere mai più lascarli
In questa notte di mare in tempesta
Mi sento un marinaio fuori bordo
Ma mi addormento al loro ricordo
Un sorriso ora scava il mio volto
Perché ora so che non manca
Più molto.
7- Ritorno alla quotidianità
Troppo tempo è trascorso
Dall’inizio del mio percorso
Gli amici del bar con cui giocavo a carte
Adesso si girano dall’altra parte
I genitori dell’asilo con cui
organizzavo la festa
mi ignorano abbassando la testa.
Tiro su le spalle e proseguo nel mio cammino
ignorando il loro mancato inchino
Guardo il cielo a testa alta
Tiro su il mento
Penso che in questo brutto momento
Non mi manca affatto il loro affetto
Perché sono persone che non mi hanno
mai portato in petto
Torno a casa dalla mia famiglia
Mi sento appagato
E trovo l’amore che da troppo tempo
Mi è stato negato.
8- La fine
Sono un uomo solo, stanco e affaticato
Ormai non c’è più tempo per ogni mio peccato
Combatto tra il dire e il non dire
Sono costretto sempre a mentire
D’altronde chi volete che dia ascolto
ad un uomo depresso brutto e stolto
Vorrei spegnermi come una fiamma al vento
per dare fine a questo mio tormento
Ma sono un codardo e ho paura della morte
quindi fingo di essere forte
Era una domenica di maggio
quando trovai il coraggio
scrissi due righe in modo maldestro
per giustificare a tutti il mio gesto.
Mi trovarono penzolante
Il mio corpo era gelido come le giornate
più fredde d’inverno.
Me ne andai dritto all’inferno.
9- Il senso della vita
La rugiada del mattino
Io e te al parco ci sediamo vicino
Al cantar dei gabbiani
Di fronte a noi il bacio di due anziani
Tu che mi stringi ancora più forte
E catturi il mio sguardo
Io mi giro e ti dico “ amore non guardo”
La stessa cosa ci passa per la mente
Ma restiamo e facciamo finta di niente
Mi aggiusti i capelli e mi baci
Senza alcuna parola il silenzio si fa d’oro
E immaginiamo che tra tanti anni
Vorremmo essere come loro
Quando sono triste
A tutto questo penso
E mi accorgo che la vita
Ha un unico senso: l’amore
10- Ni
E’ notte alta e mi giro e rigiro nel letto
O amore come vorrei essere con te
Per poterti stringere forte al petto.
In questa notte buia fatta di silenzi
Si ode il rumore di pianti e lamenti
Se penso agli errori
Vivo solo di rimpianto
Un giorno non molto tardi
Ma forse neanche troppo vicino
Io e te amore vivremo
Nello stesso contesto
In questo giorno non molto lontano
Io prenderò il tuo cuore in mano
Cammineremo insieme nel percorso della vita
E imbucheremo strade dissestate
Piene di intrighi
Passeremo graffiandoci attraverso i cespugli
Ma saremo noi
E i nostri figli.
11- Verso la libertà
Si aprono le porte del cancello
Grazie a Dio questo è il momento più bello
Il battito forte del nostro cuore
Arriva in gola
Senza far rumore
L’aria fresca ci sfiora il viso
Ci fa sentire in paradiso
La camminata verso casa
Il rumore delle foglie
Il gelo interiore che si scioglie
Apriamo la porta di casa
Ci abbracciamo
I nostri bambini
Era da troppo tempo
che non li sentivamo così vicini
un dolce bacio con la nostra metà
tutto questo si chiama libertà.
12- La cura
Il sole si fa spazio tra le nuvole
Filtra timidamente attraverso questi vetri
opachi
Illuminando tre metri quadri di stanza
Ciascun detenuto deve scontare
la propria penitenza
Possono negarci l’affetto
l’amore dei nostri figli
delle nostre mogli
dei nostri amici
E tutto questo ci rende tristi e infelici
L’ombra scende sulla sera
Il buio si fa forza
e ci rende malinconici
Ma quando ci corichiamo
Ognuno nel suo letto
non possono negarci la libertà di pensiero
che dentro queste mura diventa
il nostro siero.
13- Le cose più belle
I consigli di un’anziana nonna
Il calore della propria donna
Una barca rovesciata
Il tintinnio della pioggia
Io e te a far l’amore sulla spiaggia
Il risveglio del sole rosso sulla linea
Infinita del mare
I miei difetti che tu sei disposta ad amare
La paura di perderti
Le litigate per un’invisibile gelosia
Sono solo frutto della mia fantasia
L’incredibile emozione della nascita
Della nostra creatura
Interrompe l’inizio della rottura
L’odore del caffè che mi prepari
Ogni mattina
Il bacio assonnato del nostro bambino
14- La tua bellezza
Le curve accentuate del tuo corpo
Il profumo della tua pelle
Mi faceva volare in cielo in mezzo alle stelle
Il tuo gesto nel sistemare
I tuoi lunghi capelli neri
Mi sembra di vederlo fino a ieri.
Il tuo modo sicuro di affrontare la vita
Nascondeva fragilità e amarezza
Ma io lo facevo scomparire
Con una semplice carezza
Il ricordo del sapore dei tuoi baci
E quando io insaziabile ti chiedevo
Ancora, ancora ancora …
Li avrei voluti qui ieri oggi ed ora
Quando torni dopo una giornata di lavoro
Ti corichi sul divano con l’aria stanca
Solo io so quanto mi manca
La vergogna di mostrarti
Del tuo essere mamma
Ai miei occhi traspare lo stesso .
15- Frammento di croce
Forse non sai che quella malinconia che sentiamo
é solo un frammento di quella croce che ci portiamo dietro
e non esiste Prozac che possa mandarla via
siamo destinati a portarla dentro
ma non è detto che sia un male
perché ha Ispirato i più grandi poeti
scrittori attori e cantautori
figlia della più grande ingiustizia
mai perpetrata dagli uomini
quella ingiustizia è dentro di noi
e genuflettersi può lenire il dolore
ma non ci toglierà quel sapore di legno bagnato
sudato che l’ostia sa dare
tutti figli della stessa croce
ne proviamo vergogna o indifferenza
i primi pregano chiedendo perdono
i secondi lo cercano
quando hanno bisogno di qualcosa.
Lui li ascolterà entrambi
Perché sa aspettare
Senza giudicare
Ed alla fine perdonare
16- La settima vita
La settima vita, l’ultima che c’è concessa,
l’ultima occasione di riscatto,di perdono,
quella che si va alla cassa e si chiede il conto.
C’è chi torna con un tesoro
Chi con pochi spiccioli
I più, pieni di debiti da saldare.
Prima di partire per un lungo viaggio.
c’è chi sa che fare,
i più si agitano confusi tra ricordi e rimorsi,
parole non dette, gesti mai fatti.
E per quelli come “noi”
il passato viene sempre a trovarti.
Per voi che nascondete
il peggio sotto il tappeto
sappiate che il vento sta arrivando
e sta arrivando per tutti.
17- Inevitabile
Come non pensare al giorno in cui ti sei mostrata.
come non rivivere il tuo primo sogno, che mi scorre dentro per portarmi avanti.
Inevitabile già amarti
Inevitabile amare i tuoi sorrisi,
i tuoi colori,i tuoi silenzi,
i tuoi cento visi,i tuoi mille pensieri.
Resto fuori per un po’ dalla tua vita,
piccola G.
Vado in cerca di risposte per rispondere quel giorno
alle tue inevitabili domande.
Ma non temere amore,
sono solo un passo avanti a te.
Ti aspetterò, mi supererai
E come in un vecchio film in bianco e nero
con la mano, distrattamente mi saluterai
ed andrai lontano così lontano
da ritrovarci al punto di partenza.
18- Che verrà
Che verrà che verrà
Da questo giorno vuoto di rumore di città
Riempito da una spranga contro un ferro a quadri
Che sbatte tutti i giorni
Per ricordarti dove sei.
Che verrà che verrà
Da questo caffè nero dove mi specchio,
che non sa più riflettere il mio cuore
ma solo il mio parlare
senza ascoltare
senza ascoltarmi.
Che verrà che verrà
Da questa storia di noi due amanti,
da quel delirio
figlio di un amore sbandato,
che diventò bandito.
Lasciandoci come aquiloni
Che ora riposano senza un filo.
Che verrà, che verrà
Quel giorno che uscendo da questa galera
Se nei miei ricordi
Ritroverò tutti quei visi che ho incontrato
Quelli che ho solo salutato
Quei pochi con cui mi sono confidato,
quello che mi ha salvato
e quelli che mi hanno ascoltato
ho solamente illuso
che ci sarà un domani anche per me.
O che succederà ad il mio cuore stanco di dolore,
al primo viso nuovo che incontrerò
alle parole nuove che dovrò cercare,
alla mia prima colazione che dovrò ordinare
alla mia prima pizza
che aspetto da troppo tempo di mangiare
ed al suo gusto caldo che non potrò più
dimenticare.
Alla prima musica che ascoltò.
Ed infine alla mia corsa che dovrò fare,
per poter riabbracciare
il mio secondo cuore
sangue del mio sangue
amore mio.
19- Roberto
Eri quello che restava della mia famiglia
Quello che non ho più
Colui con cui scherzare, ridere e qualche volta litigare
Non ricordo più la nostra ultima chiacchierata
Ma la immagino piena di battute e risate.
Quella cosa ti ha portato via
O forse te ne saresti andato lo stesso.
Ora ricordo il nostro ultimo incontro .
Ero venuto a prenderti al pronto soccorso
Poi abbiamo litigato e ti ho lasciato in stazione centrale.
Ma ci pensavamo ogni giorno,
fino a quel maledetto giorno.
Una domenica A. si siede di fronte a me
Ha gli occhio lucidi
E con un filo di voce
Mi dice : “Roberto è morto”
Il mio primo pensiero è stato quello di immaginarti
solo in una camera d’albergo
Stroncato dalla cocaina.
Poi A. di dice che eri in un agriturismo con la famiglia
E il tuo cuore è scoppiato
In lacrime chiamo mio padre per dividere il dolore.
Ma trovo di fronte una voce dura che mi dice “è stato meglio così”
La mattina del 10 luglio mi trovo solo al tuo funerale
La sera del 10 luglio mi trovo da amici a Milano a festeggiare
Il compleanno di G. provando a ridere e scherzare
Caro Roberto questa è la prima e ultima lettera che ti scrivo
Il tempo che resta lo passerò ad aiutare tuo figlio
E a provare a perdonarti a perdonarmi
Non ti ho aiutato abbastanza.
20- Dove sono cresciuto
Cresciuto in un classico quartiere di periferia
Gli abitanti affetti da una grave malattia
Tra faide risse e retate della polizia
La droga si diffonde come un’epidemia
Cattive amicizie e amici per convenienza
Situazioni difficili
E paghi penitenza
Vivi e sopravvivi solo con l’esperienza
Cammina dritto
Paga
E poca confidenza
Una via che porta il nome di una strage passata
Dove la vita delle persone è collassata
La fiducia non esiste
E se esiste è mutilata
21- Se vuoi sono qui
Se vuoi sono qui
Le mie esperienze voglio darti
Il mio amore regalarti
Sono vivo grazie a te
Ero solo e sfinito
il tuo incontro Donatella
Mi ha rifatto nascere nel cuore
La speranza e l’amore per la vita
Come fiori sulla roccia
Se vuoi sono qui
Ti regalo quei fiori
Donatella
22- Se potessi rubare
Se potessi rubare il sole
Uno dei suoi raggi
Per darti calore quando hai freddo
Lo ruberai e te lo donerei
Donatella
Se potessi parlare di Dio
Per donarti la mia vita
Lo farei e te la donerei
Donatella
23- Addio per Dio
Ogni sera
Prima che il mio viso sfiori il cuscino
Prego sempre Dio e chiedo a lui di starmi vicino
E se dovessi volare in cielo prima di aprire gli occhi
Spero che si prenoti solo l’anima
E null’ altro tocchi.
24-ll carcerato
Sono un giovane carcerato
Dentro queste quattro mura
Ero seduto davanti all’unica finestra
che porta nella cella mia e mentre
ero seduto vedevo passare una farfalla
bella e colorita
vorrei essere una farfalla
e come lei non aprire più le ali
anche per gli animali esiste un destino.
24- Amore
La parola amore è una parola troppo importante
Piena di gioie e dolori
Di vita di entusiasmo di speranza
non bisogna mai discriminare
ciò che il Signore ci ha donato: Amore
25- Egoismo
egoismo fa parte di noi
chi non vuole sentire
e non vuole far parte della società
ciò che è suo non vuole condividerlo
con nessuno
sono forme di mancanza e di poco cuore
e provare a vivere come si vive in un deserto.
26- Buongiorno Babbo Natale
Buongiorno Signor Babbo Natale
Sono Gianluca
Per questo lavoro la persona ideale
Non per presunzione
Non la prenda a male
Ho un gran cuore e molto leale
Adoro i bambini, sa, ho una creatura
E la amo tanto da non esistere misura
È dolce
E’ stupenda
E’ la mia cura
Per questa vita che ogni giorno si fa più dura
Sono qui oggi per chiedere un lavoro
Per poter crescere al meglio la persona che più adoro.
Tutti al mondo sono in cerca dell’oro
Io l’ho già trovato ed è il mio piccolo tesoro
Ora Signore che mi rimane?
Solo un foglio e una penna per potermi rifare
Spero che queste mie parole lei possa apprezzare
E la sua grande bontà io mi posa appellare
Così potrò aiutare i bambini più tristi
E potergli regalare sorrisi mai visti
Bianchi o neri e mai più tristi
E poter raccontare
Che tu davvero esisti
27- Dietro le sbarre
Eccomi dietro le sbarre
Per resistere mi devo sforzare
Mamma mi ha detto “ Non è bene rubare”
Papà mi ha avvertito con la vita non puoi giocare.
Ed eccomi dietro le sbarre
Guidato
Controllato
Alla fine non vi ho ascoltato
Volevo fare soldi facili
Senza lavorare
Ma adesso non posso più baciare
Abbracciare
A volte quando dormo ti vedo così brillante
Vorrei sfiorarti
Vorrei sentirti
E rimango sveglio
Ed eccomi qui dietro le sbarre
29- La mossa del cavallo
Era la mia partita
Tutti i pezzi schierati
pronti per muoversi
nella partita che è la vita.
Comincio timido e impacciato
lasciando ai pedoni i primi passi
Così facendo ne perdo due
I miei primi amici, ma così libero gli alfieri
che corrono veloci forse troppo
ed una torre nemica ne mangia uno.
Il primo amore
Il mio secondo alfiere mangia quella torre maledetta
Così posso sposarmi ma non mi accorgo che la sua regina
è in agguato e fulminea mangia il mio secondo alfiere
Il mio matrimonio finisce troppo in fretta.
Re e regina per ora sono al sicuro
coperti dalle torri e dai cavalli.
Perdo tre pedoni ma libero le torri
che con coraggio e astuzia
mangiano la sua regina: il mio secondo matrimonio può cominciare.
Con incoscienza muovo la mia regina
che con una diagonale
mette in scacco il suo re : la mia bambina sta per arrivare
Ma come un incosciente lascio scoperto il mio re,
la vita se ne accorge
Si libera della mia regina e con un balzo attacca il mio re,
mettendolo in scacco.
Le mie forze sono allo stremo
mi copro con un cavallo che un suo pedone
ben nascosto mangia
ed il mio secondo matrimonio cade a pezzi.
Rimane solo G. da difendere con il mio re mangio quel pedone
Ma non basta, il suo cavallo in due mosse mi mette in scacco.
Ormai resta poco da fare se non la mossa del cavallo
Ciò che resta di quello che avevo costruito
amori, amici, mogli, lavoro e figlia
Preso dalla disperazione faccio la mossa del cavallo
che libera il mio re che ora può guardare negli occhi il suo re.
Sono rimasti pochi pezzi ma indispensabili
per continuare per provare ad andare avanti
e prolungare la mia partita con la vita.
Mi sento debole e indifeso la vita lo capisce
e mi azzanna al collo.
Porta il suo pedone a divenir regina e senza farmi respirare
mangia il mio cavallo.
Ormai il gioco è fatto.
Sposta di una casella la regina e ben coperta da un pedone
A me non resta che con un dito far cadere sul tappeto della vita il mio re.
Lei piano chiude, parte e se ne va in cerca di altre partite da giocare
Per lei vincere o perdere non ha importanza è giocare con noi
Metterci alla prova
Metterci alle strette